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Alcune iniziative di Pio XII

di Giuseppe Emmolo

*Nello studio del Padre Blet risulta - documenti vaticani alla mano- che il Papa si prodigò in concreto per salvare gli ebrei perseguitati anche prima dell'inizio della guerra e dell'Olocausto. In particolare prima del conflitto, quando non era ancora Papa e faceva da segretario a Pio XI egli aiutò gli ebrei espulsi dalla Germania ad ottenere i visti di espatrio i cui tempi di attesa erano per gli USA anni 2 e per l'Inghilterra...un'impresa! Alla fine il Brasile concesse 3000 visti...una goccia nel mare!

* Nel 1943 i nazisti chiesero agli ebrei di Roma cinquanta chili d'oro per non deportarli nel Ghetto, e la comunità israelita ne aveva raccolto 35. Gli ebrei allora si rivolsero a Pio XII, che mise a disposizione l'oro mancante. A parte l'oro...ma se Papa Pacelli fosse stato antisemita, gli ebrei si sarebbero rivolti a Lui?

* Non si è in grado da parte vaticana di quantificare il numero degli ebrei effettivamente salvati grazie all' interessamento di Pio XII. Si sa che fece aprire case religiose e conventi di clausura per accogliere gli ebrei e sottrarli alle deportazioni ma una contabilità dagli archivi non risulta. Però un calcolo esiste e l'ha fatto uno storico israelita, il diplomatico ebraico Emilio Pinchas Lapide, che nel 1967 scrisse:<<Pio XII, la Santa Sede, i nunzi e tutta la Chiesa cattolica hanno salvato da morte certa tra i 700 mila e gli 850 mila ebrei>>

* Papa Pacelli non aiutò in nessun modo il nazismo. Su sua indicazione , la diplomazia della Santa Sede si adoperò per fare accettare agli ambienti cattolici americani l'alleanza del presidente Franklin Roosevelt con i sovietici di Stalin in funzione antinazista. Quel patto- fece sapere Pio XII- si poteva fare per arginare Hitler nonostante la Santa Sede avesse condannato il comunismo. Inoltre nel 1940, quando il Papa venne a conoscenza dei piani della resistenza tedesca per abbattere Hitler, decise di passarli segretamente agli inglesi...non è questo un modo di comportarsi da amico dei nazisti!

*Nell'Ottobre del ’39 la Radio Vaticana aveva cominciato a denunciare le atrocità naziste in Polonia ma i Vescovi polacchi fecero avvertire che ognuna di quelle emissioni provocava rappresaglie. E la radio smise. Ma il Papa - con più cautela - continuò a parlare anzi... si adoperò ancor più nei fatti! Nella sola Roma da 20 a 25 mila ebrei - tra il '40 e il '44 trovarono scampo e aiuto nell'Opera San Raffaele, sostenuta e protetta dal Vaticano contro i nazisti, mentre 40 mila furono ospitati, magari con falsi nomi, in case religiose (Igino Giordani, Pio XII - un grande Papa)

* Il Pontefice si oppose al Nazionalsocialismo sia personalmente che come capo della Chiesa universale al punto che i nazisti - nel corso della guerra - si fecero sempre più fortemente ostili alla Chiesa cattolica. E non solo per i Lichtenberg, prevosto di Berlino che osò pregare in pubblico per gli ebrei e non solo per i vescovi come quello di Munster, Graf Galen, che tuonò dal pulpito contro la soppressione dei malati di mente. A proposito...oggi sappiamo che ai vertici nazisti si discusse seriamente se impiccare pubblicamente questo vescovo: non accadde, perché godeva di troppo appoggio popolare! Soprattutto i gerarchi del Reich si resero conto che la Chiesa cattolica era entità sopranazionale e in quanto tale rappresentava una minaccia. Non ci si spiega diversamente il senso di dichiarazioni interne al partito, nelle quali si legge: "Non vi è alcun dubbio che l'obbiettivo del 'clericume' sia la sconfitta della Germania". A quel punto la Chiesa sapeva che il nazionalsocialismo era suo nemico mortale e che, in caso di vittoria di Hitler, dopo la guerra sarebbe venuta la grande resa dei conti.

[vedi la documentazione in La resistenza in convento ]