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L'accusa di antisemitismo a Pio XII : svelato l'arcano...

di Giuseppe Emmolo

L'inizio in grande stile della campagna contro Pacelli avviene nel febbraio del 1963, con la rappresentazione di un dramma dal titolo Der Stellvertreter(Il Vicario) del trentaduenne tedesco Rolf Hochhuth andato sulle scene nel Theater Kurfusterdamm di Berlino. In tournèe a Londra nel teatro Eldwych e in quello cantonale di Basilea, venne invece cancellato dalla programmazione del teatro reale fiammingo. A Berlino prima e a Londra poi il pubblico, giudice, ravvisò un falso storico e protestò clamorosamente. In sostanza il dramma di Hochhuth accusa di viltà Pio XII per non essersi opposto anche a costo della vita alle atrocità di Hitler. Egli sarebbe stato preso dietro a preoccupazioni diplomatiche e calcoli di interesse ritenendo la Germania nazista l'ultimo baluardo contro il dilagare del Comunismo nel mondo. Tale tesi passò poi in Italia (Il Vicario fu tradotto) mentre infuriava una lotta politica senza esclusione di colpi: e se ne fecero paladini gli stalinisti nostrani che avevano nella loro tradizione il motto: "per la causa si può tutto, anche mentire". E mentirono... come del resto tacevano ai poveri italiani ignari sulle Purghe di Stalin e i Gulag.

Ma questo episodio che accadeva nel 1963 trovò in Italia terreno fertile per un altro episodio accaduto precedentemente: il 18 aprile 1948. I comunisti nostrani non perdonarono Pio XII per la sconfitta in Italia del fronte comunista. La sconfitta appunto del 1948. Soprattutto non gli perdonarono di essersi intromesso pesantemente nelle elezioni per far vincere la Democrazia Cristiana. Oggi grideremmo allo scandalo... però, si sa oggi non c'è più Muro, l'URSS non c'è più! Oggi è un'altra storia...

Vediamo come si sono svolti i fatti e che cosa ha esattamente fatto Papa Pacelli per farsi odiare tanto dai comunisti dell'epoca...

Con quel voto i comunisti K.O.

Per capire l’odio dei comunisti italiani nei confronti di Pio XII bisogna riandare con la memoria a quel 18 Aprile 1948 in cui – a due anni dalla fine della 2° Guerra Mondiale la Democrazia cristiana e i suoi alleati vinsero le elezioni politiche estromettendo dal potere il Pci e il suo leader Togliatti.

Noi sappiamo che cosa ci ha evitato il 18 aprile 1948: sottosviluppo, totalitarismo, sovranità limitata. Fu merito della classe politica di allora (De Gasperi,Einaudi…)della cultura laica di allora(Croce…) e della Chiesa e di Pio XII il quale incanalò le molte associazioni ecclesiali nei 18.000 (diciotto mila) Comitati civici (300.000 trecento mila attivisti) Il Papa che aveva svolto una intensa attività diplomatica prima di ascendere al soglio pontificio e che ben conosceva lo sterminio della chiesa russa(ortodossa), ucraina(uniati cattolici) nonché dei paesi baltici avvenuto ad opera del comunismo sovietico era ben conscio di avere in Italia col PCI il più forte partito stalinista dell’Occidente. Pertanto scese in campo pesantemente…Si rammentino a questo riguardo alcuni episodi che ben ci danno l’esatta misura del clima storico di quegli anni: 1) 7 novembre 1946 invasione del Viminale; 2)1° maggio 1947 strage dei braccianti a Portella delle Ginestre; 3) 29 novembre 1947 occupazione armata per opera di Pajetta. Gli italiani cominciarono ad avere paura del comunismo i cui delitti venivano ulteriormente mostrati dalla scoperta delle foibe in Istria (quella di Basovizza il 31 marzo 1948) Ma ciò che forse più di tutto può persuadere dell’incertezza e del senso di minaccia e pericolo che si respirava – soprattutto all’indomani dello spoglio delle schede con cui gli italiani "cacciarono indietro" il comunismo - è un dettaglio davvero illuminante: Togliatti in continuo contatto con Mikhail Kostylev, ambasciatore russo a Roma e di comune accordo con Massimo Caprara si nascose nell’istituto Eastmann mentre il funzionario del Pci Giulio Seniga teneva in efficienza un aereo a 4 posti per <<salvare>> in un paese dell’est lo stesso Togliatti, Longo e Secchi. In questo contesto – in cui si sfiorò più volte la guerra civile e lo scontro armato - fu "soprattutto" la Chiesa che intervenne…e così iniziò la grande calunnia ai danni dell’immagine di Papa Pacelli. Il pericolo comunista indusse il Papa al <<non possumus non loqui>>. Innanzitutto di fronte alla nascita del Fronte popolare Pio XII in sintonia con i cardinali più lucidi e lungimiranti del suo entourage (Schuster, Fossati, Piazza e Siri: tutti poi oggetto di una infame campagna diffamatoria!) dichiararono l’inconciliabilità tra Cristianesimo e comunismo, prova generale della scomunica del 28 giugno 1949. Ciò che poi si rivelò decisivo fu la mobilitazione del mondo cattolico, fu massiccia e all’insegna della <<Nuova Lepanto>>: 22 mila parrocchie e la Spes, l’ufficio propagande della DC ( 5 milioni di manifesti, 40 di volantini, 5 di striscioni, 8 di cartoline…) La vittoria fu schiacciante: la DC ebbe il 49% alla camera e il 48% al Senato. Benedetto Croce dichiarerà: "Ho votato liberale ma per fortuna c’era la DC"

Gianfranco Morra 14 aprile 1998 da il Giornale

Venerdì 12 febbraio 1999 sul Giornale è apparso un articolo dal titolo: "L'incontro segreto che infastidisce gli storici di regime", nel quale si riferisce di un incontro avvenuto nel marzo 1945 tra Togliatti e Pio XII sollecitato e reso possibile dalla Santa Sede. La guerra non era ancora finita e lo stesso Hitler non si era ancora suicidato nel bunker di Berlino. In Italia infuriava la guerra civile tra repubblichini e tedeschi da una parte, movimento della resistenza, soldati dell'esercito fedele a Badoglio e forze alleate dall'altra. Perché in quel caos Pio XII va a prendere proprio l'iniziativa di "parlare" con Togliatti ? Il Papa sapeva che c'erano dei problemi nell'insurrezione partigiana al Nord: essendo oramai imminente la fine della guerra ed il crollo del nazismo, i comunisti nostrani si preparavano ad eliminare gli eventuali concorrenti nella presa del potere! Infatti nel febbraio del 1945, esattamente il 10 , nelle malghe di Porzus, nel Friuli orientale, sedici(16!) partigiani della divisone Osoppo, formata da fazzoletti verdi, la resistenza non comunista vennero catturati e fucilati in mezzo agli alberi di Bosco Romano. L'eccidio fu perpetrato dal comando della divisione comunista Garibaldi Natisone che era alle dipendenze del IX Corpus sloveno, al comando di Josip Broz Tito. Papa Pio XII chiedendo a Togliatti di frenare l'insurrezione partigiana alludeva agli episodi di eliminazione dei partigiani "bianchi" nonché dei semplici sospetti fascisti. Ma di più. Il pontefice rimproverava a Togliatti - il rappresentante più alto in grado del Komintern presso il partito comunista spagnolo negli anni della guerra civile dal 1936 al 1939, l'orrendo catalogo delle persecuzioni antireligiose. Furono 4821 i soli condannati dai tribunali speciali del governo repubblicano di Juan Lopez Negrin, altri migliaia di anarchici di Barcellona fucilati come avversari del comunismo. Il papa parlò a Togliatti dei 6832 (sei mila ottocentotrentadue) sacerdoti fucilati, dei 12 vescovi, delle suore e degli ecclesiastici in oltre 25000 (venticinquemila) in Catalogna e nelle Asturie.

Questo incontro segreto viene menzionato da Massimo Caprara in Togliatti il Komintern e il gatto selvatico; Caprara si avvale di una fonte di tutto rispetto: Umberto Fusaroli Casadei ( vivente e residente in Emilia) autista dell'Alfa Romeo che nottetempo condusse Togliatti in Vaticano! Immediatamente sono insorti gli storici di regime, primo fra tutti Giorgio Bocca il quale su La Repubblica con un articolo (Togliatti e PioXII : l'inutile incontro) stronca libro e autore senza citarli e li bolla di <revisionismo>. E' proprio vero che ai cosiddetti storiografi di regime non riesce neppure a distanza di decenni di accettare la verità storica tanto sono "involti" nei loro schemi. Appare del tutto evidente che mentre tutti i paesi d'Europa sono impegnati in una spregiudicata analisi di "zone" scomode della propria storia nazionale, in Italia certa sinistra è la mosca cocchiera dello schieramento conservatore che difende e accredita non la storia ma un suo <<surrogato>> strumentale. Il revisionismo contro cui si indigna La Repubblica è tutto ciò che mette in discussione la sacralità delle sue opinioni. Ma perché Bocca ritiene che quell'incontro segreto- che non nega- fosse stato inutile? Perché a suo dire al Nord la Resistenza non aveva problemi, anzi dichiara che <<lo stato d'animo della resistenza era sostanzialmente unito nella guerra di liberazione>>(La Repubblica 10.2.1999) per cui il Papa si agitava inutilmente! Caprara? sarebbe soltanto un revisionista? Fusaroli il testimone nell'Alfa Romeo? Fusaroli? soltanto un autista non uno storico! Così i conti son tornati al solo Bocca.