Una legge per la vita
Don Luigi M. Verzé Fondatore
e presidente San Raffaele
Lettera al Corriere della sera del 4/2/2004
Caro Direttore, la ringrazio della ospitalità
concessa da parte del Corriere mercoledì all'intervista fattami
da Aldo Cazzullo. Vorrei chiarire un punto che può
dar luogo ad interpretazioni errate da parte di chi legge.
Alla domanda di Cazzullo; “Ma un cattolico potrebbe votare
sì al referendum?”, io ho risposto, come riportato:
“In teoria potrebbe...”
Tale risposta non può essere interpretata come un'esortazione
ai cattolici a votare "sì". Tutto il contesto
dell'intervista chiarisce bene quali principi affermerei, qualora
io votassi sui quesiti referendari come cittadino e sacerdote.
Li riassumo per comodità in tre punti:
1) L'embrione è il mio io: pretende perciò
tutti i diritti civili.
2) L'embrione quindi è un soggetto: sono
per la ricerca che “non uccida né ferisca l'embrione”.
Quando la scienza sarà in grado di fare ciò, speriamo
al più presto, allora potremo lavorare anche sull'embrione.
Non prima.
3) Quanto alla fecondazione eterologa, io non vorrei
mai essere un figlio “spurio”.
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