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Un bel servizio del TG2 sulla montatura del caso Galilei per la visita di Benedetto XVI
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"Bisogna dire grazie ai docenti della facoltà di fisica dell’Università La Sapienza di Roma per aver tirato in ballo il geniale scienziato nonché cattolico fervente Galileo Galilei, nella loro veemente epistola anti-ratzingeriana. E sì, perché un po’ di anni fa un sondaggio europeo rivelò che il 30% degli studenti di scienze credeva che Galilei fosse stato arso vivo, il 97% che avesse subito torture e praticamente tutti che alla fine della sentenza di condanna ecclesiastica avesse detto la fatidica e fiera frase: «Eppur si muove». Tre falsità sesquipedali, che dunque i signori docenti pagati col denaro pubblico potranno contribuire a smontare, diradando così l’ignoranza crassa e la malafede ideologica che circonda il caso Galileo. I signori docenti – e qui siamo al paradosso – contestano al papa la citazione di un filosofo della scienza anarchico, Paul Feyerabend, che l’allora cardinal Ratzinger fece, in modo assolutamente neutro, all’interno di una sua conferenza. Suonava così: «La chiesa dell’epoca di Galileo si attenne alla ragione più che lo stesso Galileo. La sua sentenza contro Galileo fu razionale e giusta». Un giudizio, quello del radicale Feyerabend, che suona provocatorio perchè contrario alla mentalità conformista odierna. Se giudicato con i parametri filosofico-scientifici di oggi, ibfatti, il caso Galileo non appare più così scandaloso. Lo scienziato pisano non riuscì a portare prove valide contro la tesi geocentrica, anzi ne portò di errate. Le prove vere arrivarono solo decenni più tardi. E se solo avesse seguito il consiglio di San Roberto Bellarmino – un Popper ante litteram – di parlare per ipotesi e non per tesi dimostrate, l’imbrogliato caso Galileo non ci sarebbe mai stato". |