Seconda C
Ciao Manu,
è la prima ora del venerdì, ho un sonno tremenda
e il caro prof. Zambelli pretende che noi analizziamo una canzone
di Ligabue, alle 8 di mattina!?!?!?! Oltretutto non riesco a concentrarmi,
non faccio altro che pensare alla bella giornata che è
oggi, che ***** fuori c'è un sole stupendo e invece io
sono qua dentro a pensare alla canzone!!!
Ok, ora iniziamo
Ligabue scrive che Dio non ha mai un momento per noi, non da
risposte alle nostre domande e non porta sostegno alla gente.
Io non sono d'accordo , è vero la voce di Dio non l'ho
mai sentita direttamente, non mi sono mai arrivate risposte dirette,
però in qualche modo esistono. forse è proprio per
questo che noi non le vediamo, non le sentiamo, ma a volte la
risposta si può celare dietro un gesto, una parola, una
frase dei nostri parenti o amici, forse ci sono persone che non
sapendolo sono messaggeri di Dio, chissà magari un giorno
o l'altro capiterà proprio a noi.
Io non so se Dio esista realmente o sia solo un'invenzione per
dare speranza alle persone, ma credo che sia proprio per questo
che sia meraviglioso credere in lui, ognuno lo immagina come vuole,
ognuno lo sente come vuole, ci sono persone che pensano che solo
in chiesa si possa stabilire un contatto con lui, altre che in
chiesa non ci vanno mai, pero sono ugualmente credenti.
È bello non sapere come sia fatto realmente, dove sia,
cosa sia, è bello perché ognuno si crea quel suo
piccolo spazio accogliente in cui rifugiarsi quando più
lo desidera.
Ambra
Riflessioni:
La richiesta del bambino alla madre "voglio vedere Gesù"
mi sembra una richiesta legittima e normale per un bambino di
quattro anni abituato a poter vedere e toccare concretamente ogni
cosa che lo circonda. Il problema però è che Gesù
non lo si può vedere concretamente, di persona, ma lo si
può vedere solo attraverso le persone che ci circondano,
dentro di loro e attraverso il conforto che può dare con
le preghiere; è quindi normale che un bambino si chiede
come sia e lo voglia vedere. Le domande che si fa Ligabue sono
invece ben diverse, lui chiede infatti a Dio delle risposte concrete
alle sue domande alle quali non si sente dare risposta. A chi
di voi, come a Ligabue, non è mai capitato, in un momento
di confusione e difficoltà, di chiedersi dove sia Dio e
perché non ci dia delle risposte e degli aiuti concreti
ai nostri problemi? Non dobbiamo però pensare che dio sia
una lampada magica che esaudisce ogni nostra domanda o desiderio,
Dio non è quello. Dio può aiutare e confortare le
persone che si trovano in momenti difficili e problematici, appoggiandole
e sostenendole, non può però risolvergli i problemi.
Nei momenti difficili però ci viene più normale
e facile pensare che Dio non ci aiuti perché magari non
ne ha voglia semplicemente perché l'aiuto che ci aspettiamo
da lui è la risoluzione dei nostri problemi, ma questo
Dio non può farlo.
Broglia Chiara
HAI UN MOMENTO DIO?
Spesso, nei momenti difficili della vita, soprattutto in questi,
risulta più difficile trovare delle risposte e nei casi
più drammatici tirare avanti. Proprio quando ci si trova
ad affrontare i problemi della vita, si sente il bisogno di sentire
qualcuno vicino e per i credenti si intensifica la ricerca di
Dio.
Davanti a certe situazioni, come la morte di una persona cara,
spesso mi sono trovata a chiedermi se poi un Dio esista veramente.
La risposta che mi sono data è che uno sicuramente ci sarà,
perché qualcuno, qualche essere superiore ha dovuto creare
l'universo, ma penso anche che questo faccia un po' "a modo
suo". Questo è uno dei tanti motivi che mi ha spinta
ad allontanarmi da qualsiasi forma di credo.
Un cantante molto famoso, Ligabue, ha scritto una canzone a tale
proposito, intitolata "Hai un momento Dio?". Io credo
che il titolo, non a caso una domanda, riveli la fragilità
dell'essere umano, che va alla ricerca dell'essere superiore considerato
infallibile.
Ma se ci guardiamo attorno, se osserviamo il nostro mondo i dubbi
sorgono e le domande aumentano.
Il verso della canzone che mi ha colpita di più è:
"Ma tu sei lì per non rispondere, e indossi un gran
bel gilè": questo verso è un po' pesante, cioè
io penso che che Ligabue voglia dire che Dio è una creatura
che ha molti "poteri", che può fare quello che
un semplice uomo non può, insomma viene visto dagli uomini
come l'onnipotente, l'infallibile indossando così "un
gran bel gilè". Nonostante ciò però
non da risposte
oppure è l'uomo che non riesce a
sentirle
Francesca Brugnano
19 Aprile 2002
Caro Diario,
siamo tutti qui in classe, seduti. Unici rumori la penna sulla
carta e le voci di qualche prof che spiega le equazioni o la formazione
dell'Impero Romano.
Fuori c'è il sole, è già Aprile. Chissà
se da qualche parte del mondo c'è un'altra classe in silenzio,
o quasi, che scrive, o tenta di scrivere, riflessioni su Dio,
sul rapporto con lui, con un ideale di Dio, con il nulla per i
nostri sensi. Non si vede, né si tocca, né si sente,
né ha un profumo né un sapore.
Forse è solo un'immaginazione creata dagli uomini per sentirsi
meno soli. Perché non si bastano, perché hanno bisogno
di un sostegno, di una guida che indichi loro la strada da seguire,
per non sentirsi persi, per riuscire a trovare una luce in fondo
al tunnel e rialzarsi dal buio.
E se fosse veramente così, a volte ci penso. Migliaia di
vite, che dedicano e hanno dedicato le proprie vite a Lui, che
hanno sacrificato i propri bisogni materiali per Lui ( preti,
suore, frati, monaci ) avrebbero fatto sacrifici inutili, sarebbero
vite "sprecate". O forse no, perché forse Dio
è solo un'altra invenzione per soddisfare e appagare l'egoismo
umano, e quindi credere in Lui, affidare se stessi a lui, servire
Lui ricade su gli uomini, da sicurezza e quell'amore che ogni
uomo vorrebbe ricevere, allevia quella sensazione di solitudine
propria del genere umano. Forse da pace.
Forse credere in qualcosa o qualcuno al di sopra di noi, al di
sopra di ogni nostra immaginazione e comprensibilità è
un modo umano per superare le difficoltà, i problemi, la
solitudine. E' un appiglio creato in mezzo al mare per non affondare.
Non so, caro diario, continuo a dire a me stessa che crescendo
capirò se crederci a Dio o no, ma se deciderò di
crederci non avrò bisogno di un suo segno reale, di una
sua manifestazione terrena. Sarà solo fede.
Marina Bugli
Have you got a moment God?
"Hai un momento Dio?" è la domanda che non si
pone solo Ligabue, ma ognuno di noi.
A volte i nostri problemi ci opprimono, ci fanno star male e vedere
tutto nero e non ci può aiutare nessuno se non Dio.
Lui sa tutto e perché non ci aiuta a star meglio? Se per
vedere Gesù, un suo segno naturalmente, bisogna pregare
bene!
Però spesso succede che i tuoi problemi non si risolvono
e tu continui a soffrire.
Perché quando trovo la persona che amo mi viene portata
via? Perché continuo a sbagliare? Nessuno risponde a queste
domande, nemmeno Dio!
Ed è per queste che ci si scorda in cosa si crede, quando
preghi, preghi e preghi per una cosa e alla fine non ottieni nessun
aiuto! Forse la mia condanna è quella di soffrire sempre?
Di non riuscire mai a rialzarmi dopo una brutta caduta? Cosa devo
fare per avere una tua risposta?
Forse solo aspettare e credere in te e ricordarmi che tu, anche
se non mi aiuti concretamente lo fai moralmente, mi sei, sempre
e comunque, accanto e almeno questo mi aiuta perché so
che siamo in due ad andare avanti.
Serena Calzati
Untitled
Anch'io da bambina, spesso, mi sono chiesta perché Gesù
non si veda o, comunque, perché non rispondesse alle mie
domande o alle mie preghiere: ancora adesso non sono riuscita
a darmi delle risposte. Forse, come suppone anche Ligabue nella
sua canzone "Hai un momento Dio?", "io non ti sento";
forse siamo noi che, accecati dei nostri interessi, non sentiamo
la voce o forse anche solo la presenza di Dio tra noi. O forse
pretendiamo troppo da lui; forse chiediamo troppo o non meritiamo
le sue risposte alle nostre domande. Chissà, forse da qualche
altra parte del mondo c'è qualcuno che è più
bisognoso di noi che sente le sue risposte del Signore e che va
avanti solo grazie a quelle.
Sinceramente non so dire quale di queste ipotesi sia anche solo
vicina alla verità e non posso nemmeno dire con certezza
che prima o poi la saprò e la capirò. Già,
perché chissà se è vero che dopo la morte
ci sarà un'altra vita, una vita migliore. Chissà
se è lì che incontreremo Dio o Gesù. Chissà
se lì avremo le risposte che adesso vorremmo avere ma che
non possiamo avere.
Io credo di non avere abbastanza elementi per affermare qualcosa
e così aspetto, con pazienza, credendo in Dio e in ciò
che è scritto nella Bibbia e nel Vangelo. E se un giorno
il mio bambino mi chiederò perché non vede e non
sente Gesù, come quasi sicuramente succederà, gli
dirò che io non posso dargli una risposta ma che secondo
me ci è vicino e non ha importanza vederlo o sentirlo,
ma è importante credere in lui, in quello che ha fatto
e farà per noi. Gli dirò di continuare a pregare,
a chiedere e Dio di stare vicino all'umanità che commette
e commetterà tanti errori, non certo per volontà
di Dio. Non dobbiamo dare infatti la colpa a Dio se le guerre
non finiscono o pretendere da lui risposte che non possiamo avere
o addirittura ascoltare. Aspettiamo. E crediamo.
Francesca Capponcelli
CI DOVRA' ESSERE UN MOTIVO O NO? FORSE LA VITA LA CONOSCE CHI
E' PIU' PRATICO
EM
CIAO
CI SONO DOMANDE CHE MI STO PONENDO
MA
IL PROBLEMA E' CHE NON SO DARE DELLE RISPOSTE
SE IO PARLO
CON LUI, PERCHE' A VOLTE E' COME SE NON MI SENTISSI ASCOLTATA?
CI DOVRA' ESSERE UN MOTIVO O FORSE IO NON SONO ANCORA PRATICA
DELLA VITA E PROBABILMENTE NON LO SARO' MAI
MA ALLORA SE
NON SO MANOVRARE QUESTA VITA
E A VOLTE NON MI SENTO ASCOLTATA,
COME SI CONCLUDE QUESTO ENORME GIOCO, QUESTO CIRCOLO VIZIOSO
MA SOPRATTUTTO, QUALI SONO LE REGOLE, QUALI LE CERTE GIUSTE DA
GIOCARE? E LA POSTA IN GIOCO QUAL'E'? SONO ALTRI EUFEMISMI PER
DIRE CHE LA VITA NON E' COME LA VORRESTI TE, TU NON PUOI GESTIRLA
MA SEI SOLO UN BURATTINO NELLE MANI DI
DI CHI? DI QUEL DIO
CHE A VOLTE NON TI ASCOLTA? NON RIESCE A FARTI CAPIRE LA STRADA
GIUSTA!!!? O FORSE SIAMO NOI CHE NON VOGLIAMO ASCOLTARE???
A VOLTE PENSO CHE PER PARLARE CON DIO NON CI VOGLIA INTELLIGENZA
MA UMILTA'
MANTENERE LA CALMA, MA COME SI FA A STARE CON
I NERVI SALDI SE IL MONDO TI STA CROLLANDO ADOSSO E TU DEVI FARE
UNA LUNGA FILA COME DAL MEDICO E TI SEMBRA CHE NON ARRIVI MAI
IL TUO TURNO, ALLORA TI AGITI, DIVENTI SCONTROSO E FAI COSE CHE
NON VORRESTI MAI FARE
VORRESTI CHE DIO FOSSE SOLO PER TE
VORREI CHE DIO FOSSE SOLO PER ME
SO BENISSIMO CHE QUESTO
E' UN DISCORSO PURAMENTE EGOISTICO, MA IO DICO
A QUALCOSA
BISOGNERA' PUR AGGRAPPARSI, PER NON CADERE GIU'
FORSE LA VITA NON E' UNA RISPOSTA DA VIVERE, MA UN ENIGMA DA RISOLVERE
Simili Consuelo
Tante domande, una sola risposta
"Voglio vedere Gesù". È una frase che
i bambini piccoli fanno sempre ai loro genitori soprattutto alle
loro mamme, le persone che vivono con loro i momenti più
belli.
Una domanda a cui i genitori cercano di dare una risposta che
però i figli non accettano o non comprendono; così
spesso le mamme dicono loro di iniziare a parlare con Gesù
attraverso le preghiere, prima di vederLo perché questa
possibilità l'avremo solamente dopo la morte.
Ma i piccoli si stancano di dire sempre le stesse parole, frasi,
preghiere, perché per la loro tenera età non possono
ancora comprendere quale sia il significato e soprattutto il valore
di quelle "brevi composizioni" insegnateci. Con queste
parole tutti coloro che si rivolgono a Dio, Lo invocano per domandarGli
aiuto o per ringraziarLo su qualcosa che è accaduto, ma
nello stesso momento Gli parlano indirettamente di tutto ciò
che li riguarda, poiché Dio non solo ci ascolta ma legge
nella nostra mente e soprattutto nel nostro cuore.
Però questo i bambini non possono comprenderlo e allora
pongono atre domande alle madri, cercando di sapere se esistono
altri modi per comunicare con Lui; per questo le mamme rispondono
dicendo che è possibile parlarGli con altre frasi, poiché
comunque Dio ascolta. Sentita tale risposta i piccoli chiedono
perché allora Dio non risponda nonostante uno Gli parli
o con le preghiere o con le proprie parole.
A questo punto le madri potrebbero scegliere tra due risposte:
con la prima e più semplice potrebbe dirgli di fidarsi
di quello che lei dice perché Dio risponde sempre, senza
motivare nulla al figlio; altrimenti potrebbe spiegarli che Dio
ascolta e che sa già ciò che deve fare perché
Lui è "il pittore della nostra vita": frase che
però un bambino potrebbe a fatica capire, ma non solo anche
molte altre persone.
È proprio questa la domanda che tutti indistintamente
si pongono: "perché Dio anche se io gli parlo non
mi risponde?"
Bisogna capire però che non sempre le Sue risposte giungono
noi immediatamente, appena dopo le nostre richieste; ma spesso
o meglio quasi sempre Lui ci risponde dopo un po' perché,
come abbiamo detto prima, è Lui il Creatore, Colui che
tutto conosce.
C'è inoltre da comprendere che le risposte di Dio non sono
frasi vere e proprie, ma pensieri, azioni, movimenti che lui ci
induce a compiere e che risolvono la nostra situazione, anche
se noi non ce ne accorgiamo. Allora è per questo che noi
pensiamo che Dio non ci risponda perché non capiamo il
Suo diverso modo di ascoltarci, capirci e quindi aiutarci.
Sara Luppi
E LA GIUSTIZIA DIVINA?
C'è una domanda che tutte le mie cellule celebrali elaborano
nel istante in cui entro: se Dio esiste e non fa nulla per migliorare
il mondo allora vuol dire che Adamo ed Eva l'hanno fatta veramente
grossa!
Al catechismo mi hanno detto che è peccato domandarsi
"Dio esiste?", all'epoca mi prendevano i cinque minuti,
ma ora pensandoci a mente fredda mi sono fatto l'idea che il vietare
questa riflessione sia una mossa strategica della Chiesa, per
inciso io ci credo in Dio, ma credo anche che quando si guardano
certe immagini sia spontaneo chiedersi "Ma la giustizia divine
che fine ha fatto?".
Nella Bibbia c'è scritto che Dio mandò agli egiziani,
che opprimevano il popolo ebreo, 10 piaghe
beh mi viene
naturale dire che forse in qualche circostanza una piaga a qualche
dittatore volendo ci sarebbe anche stata. Ma forse la giustizia
esiste dopo la morte, speriamo, anche perché recentemente
quaggiù l'ago della bilancia pende sempre di pi verso la
parte di chi ha più potere.
E' incredibile come l'uomo sia bravo a porsi tante domande, a
cui però nessuno per adesso può rispondere
Luca Malossi
DIO C'E'
19 aprile 2002
Oggi il prof. Zambelli ci ha chiesto di scrivere le nostre riflessioni
su una canzone di Ligabue intitolata "Hai un momento Dio?".
Il cantante dice di aver bisogno di una risposta da Dio, ma che
non lo sente e che secondo lui non gli risponderà. Su questo
non sono d'accordo e non la penso come lui, perché credo
che Dio per noi ci sia sempre, per le nostre preghiere, e che
abbia sempre per noi delle risposte, anche se non dirette, ma
che in ogni modo riusciamo a vivere e a capire attraverso particolari
circostanze oppure dalle parole di un genitore, o di un amico.
L'importante è crederci: credere che Dio è presente,
per noi, per i nostri problemi, e non per un solo momento, ma
ogni volta che abbiamo bisogno di conforto, Lui c'è.
Emanuela Mannias
Ciao Lucia!
E' molto bella la canzone che mi hai mandato (anche perché
è di Ligabue), ma soprattutto mi ha fatto riflettere, riflettere
sull'entità di Dio e sul modo in cui gli uomini si rapportano
con Lui. Ligabue si chiede perché non riceve alcuna risposta
dal Cielo quando hanno bisogno di aiuto, si domanda se perlomeno
c'è un briciolo di considerazione anche per lui e naturalmente
i suoi sono quesiti che si perdono nell'aria.
L'argomento che solleva il cantante è un vero e proprio
dilemma per alcuni, che ancora si scervellano per trovare un modo
di parlare davvero con Dio : certe persone, infatti, si sono stancate
di immaginare colloqui o di dialogare al massimo con un sacerdote,
il vicario del Signore sulla terra. Credo che questo tipo di problema
non debba neanche esistere (da tuo figlio di 4 anni è più
che legittimo, comunque), perché se ci riteniamo realmente
cristiani dobbiamo accettare la verità testimoniata dalla
Bibbia senza doverla per forza tastare con mano. Dio c'è
e il suo affetto nei nostri confronti non ha bisogno di monumentali
dimostrazioni, è accertato dal semplice fatto che siamo
qui, che stiamo vivendo
E' ovvio, non tutti hanno lo stesso
destino, non tutti hanno avuto la mia o la tua fortuna, ma saranno
ricompensati in cielo, o almeno questo è ciò in
cui credo. Se non avessi la religione a cui appigliarmi nei momenti
di maggiore difficoltà, forse sarei già caduta!
Insomma, quello che voglio dire è che il solo fatto di
sapere con sicurezza dell'esistenza di Dio mi dà la forza
di andare avanti, poi, dato che non possiedo poteri paranormali,
verrò a conoscenza della realtà solo nel momento
della morte.
Per concludere, rivolgendomi non più a te, ma a tutti
coloro che hanno bisogno di una prova tangibile, ritengo di poter
affermare che a forza di porre domande, destinate a non trovare
risposta, ci si rovina la vita. L'unica cosa da fare, invece,
è godersela dall'inizio alla fine!
Con affetto, Giulia
Giulia Massari
Anch'io voglio vedere Dio. Anzi, lo volevo, ma poi ci ho rinunciato.
Io sono credente, d'accordo, ma non praticante. Penso che se veramente
debba parlare con Dio posso farlo anche a casa mia.
E penso che il parlare con Dio non serva tanto ad avere un colloquio
quanto a sfogarsi, anche perché per rispondermi ci sono
le persone che sono a mio fianco, tutti i giorni.
E Dio mi ascolta.
Mi piace pensare che c'è qualcuno che mi ascolta.
Io però non gli faccio domande, non ne sento il bisogno.
Ho capito l'importanza delle persone che mi sono vicine, che,
per fortuna, sono tante e sono lì apposta non tanto come
"messaggeri" che rispondono per Dio, ma come amici veri
che ti danno una mano appena ti sentono cadere, e forse è
in loro che credo di più.
Sono tante le cose in cui credo ,ma forse sono di più quelle
in cui non credo.
Eppure penso che qualcuno che mi ascolti ci sia sempre e penso
che ognuno Dio se lo debba immaginare a modo suo, con barba o
baffi o gilè e tutto il resto. L'importante è che
ognuno sappia che le risposte che desidera tanto le deve cercare
dentro di sé. Certo, è vero, non sono nessuno per
dire questo, dopotutto ho solo 15 anni, ma questo è tutto
quello in cui credo, e non siete obbligati ad ascoltarmi, ne sono
convinta io. Spero solo di non trovarmi da sola, quando "parlo"
con Dio, sarebbe imbarazzante.
-S-
Problemi di solitudine
Il soggetto della canzone, quello che vuole parlare con Dio,
per me ha dei problemi di solitudine. Però lui non sa che
Dio è sempre dentro di noi e lui invano vuole cercarlo.
Per me non ha amici e vuole compagnia dal Signore. Ma non sa che
per parlare con il Signore bisogna pregare e che le sue risposte
avvengono con la "realizzazione" delle preghiere, ma
questo succede se si è sempre creduto e si è sempre
amato Dio o se non si sono fatte delle brutte azioni nella vita.
Marani
PARLARE ED ASCOLTARE
DIFFICILE MA ESSENZIALE
Risposta alla canzone di Ligabue
Penso che tu non abbia ragione, perché Dio ti sente e
ti parla, ma sei tu quello che non riesce a sentire, come te stesso
hai affermato nella tua canzone. Vedi, tra la terra e Dio c'è
come una barriera invisibile forse creata da noi uomini con la
nostra "incredulità" e il nostro "non volere
comunicare", confine quindi che impedisce un vero rapporto
con Dio, il quale può solo limitarsi a rispondere alle
domande che noi uomini gli poniamo, alle grida e alle invocazioni
che vorremmo fargli udire, ma purtroppo le sue risposte spesso
non ci raggiungono, ma credimi, la maggior parte delle volte siamo
noi che ci rinchiudiamo in noi stessi e creiamo questa barriera
tra Dio e il nostro cuore cosicché le risposte che Lui
ci dà svaniscono nel nulla.
"Ma non voglio parlare": già, hai ragione, è
difficile e faticoso parlare
anche questo parlare forse non
è vero; a volte si parla ma in verità non si dice
nulla, a volte non si dice nulla e si crede di aver parlato, perciò
è molto importante il parlare, perché solo parlando
nel modo giusto si possono avere giuste risposte.
Chiara Rinaldi
A tutti noi almeno una volta viene da chiederci se Dio esiste
veramente e soprattutto se sa darci delle risposte alle nostre
domande, se ci può aiutare a risolvere i nostri problemi.
Ma spesso arriviamo alla conclusione che visto che non lo possiamo
vedere né sentire, non può neanche darci delle risposte.
E così sorgono altre domande alle quali forse non troveremo
mai una risposta: perché non rispondi? Perché neanche
una risposta ai nostri perché? Dove sei? Hai un momento
Dio? No, perché sono qua, insomma ci sarei anch'io. Tutte
queste domande se le è poste anche Ligabue nella sua canzone
"Hai un momento Dio?". Perché nelle preghiere
spesso chiediamo qualcosa o ci poniamo delle domande, ma poi a
cosa serve? Le risposte o gli aiuti ci arriveranno mai o dobbiamo
risolverci tutto da soli? Forse sono soprattutto i bambini che
vedono i genitori che a Messa o a casa pregano e abituano i loro
figli a credere in Dio; forse sono loro che magari pensano: a
me non costa niente credere in Dio, ma in che cosa credo? In chi
credo se non c'è, se non lo posso vedere? A questo proposito
abbiamo letto un breve dialogo tra un bambino che diceva con la
madre che voleva vedere Gesù, e l'unica risposta che le
è venuta in mente è stata di parlare con lui nella
preghiera. Ma forse le risposte che ci da basta cercarle dentro
di noi e Gesù in realtà ci ascolta ogni volta che
gli parliamo e ci aiuta ad andare avanti. E' tutto quello che
possiamo augurarci, ma per adesso non ci rimane altro che sperare,
e crederci
Lorenza Sarti
A Lucia
Lucia è una ragazza come tante altre che ispirata dalla
canzone di Ligabue si pone delle domande. Queste domande però
non sono rivolte a una persona qualsiasi ma ben si a Dio. A quanto
pare però lui non le risponde e allora lei in modo molto
ironico dice che se è un problema di soldi paga lei; questa
secondo me è una metafora che significa che se per Dio
è un problema rispondere alle nostre domande noi facciamo
di tutto affinché esso ci dia una risposta.
Il problema però è che la maggior parte delle volte
le nostre domande rivolte a lui rimangono in apparenza senza una
risposta. Questo avviene perché Dio non può rispondere
direttamente con la sua voce, sempre se ne ha una a ogni domanda
che gli viene posta.
In realtà però ci risponde sempre magari non subito,
ma soddisfa sempre le nostre curiosità. Le sue risposte
però sta a noi essere in grado di leggerle, in ogni gesto,
in ogni azione e in ogni segno che ci circonda. È solo
una questione di attenzione e di tempo.
Purtroppo però molte persone, travolte dalla vita frenetica
di ogni giorno, non si accorgono dei segnali che Dio ci manda
, e così magari cominciavano a pensare che ci ha abbandonati
e a non crederci più. Molte volte è anche una questione
di fede e non tutti, compresa me, ne hanno sempre abbastanza.
La nostra vita è piena di domande alcune senza grande
importanza: "chi prende l'Inter?" altre che hanno invece
grande importanza: "Ci dovrà essere un motivo, o no,
perché?"
Le risposte a queste domande possono essere molto importanti e
possono indicarci il percorso che dobbiamo percorrere per andare
avanti nei momenti più difficili. Dio ci fornisce queste
risposte se veramente vogliamo andare avanti
.
Cecilia Vanelli
"Riflessione sulla canzone di ligabue" (19.04.02)
Secondo me questa canzone è interessante e curiosa.
"Il protagonista, colui che parla potrebbe essere ognuno
di noi, che si chiede se Dio esiste o no e, se la risposta è
affermativa perché, quando parliamo, ci confidiamo con
lui, non risponde. Questa è una domanda che a volte mi
sono posta anch'io; fin da piccoli ci hanno insegnato di
pregare, di comportarci bene, perché cosi le cose vanno
meglio. Ma quando le persone muoiono o succedono delle
catastrofi, ci si chiede
.ma allora a cosa serve pregare,
comportarsi bene etc?
Ci sono due domande che tutti si chiedono:
1)Dio esiste?
2)Perché non ci risponde?
Alla prima so rispondere, perché secondo me Dio esiste,
.
Ma alla seconda non ho ancora trovato risposta
Denise Vecchi
Ciao caro diario,ti scrivo xche ho appena letto un paio di strofe
della canone di Ligabue.Allora
sono
qua ke penso
..Penso al passato,all'oggi e al domani
.cosa
mi aspettera'? L'unica cosa a cui mi posso affidare è DIO.
L'unica persona bella e buona che ti capisce in tutto, che non
ti chiede e ti guarda dal suo paradiso sapendo cosa ti affligge.
DIO: quell' immensita che ti circonda quando tu soffri x la perdita
di un caro,di un conoscente
. di qualcuno morto
senza motivo ma x cui ti dispiace
.!!!!!!!
Parlare con DIO?
.. La cosa più importante: che tutti
da bambini o da uomini si chiedono o in cui sperano.
Confessarsi a DIO
parlare con lui
sentire finalmente, la sua calda voce che ti abbraccia e ti conforta.
Molte volte ho pensato di restare in chiesa dopo la messa
di
dedicare più tempo a DIO
di fare di me una suora.
Tutto x sentire DIO o anche solo x vederlo!!!!!!
Quando ero piccola mi ricordo, addirittura, che andavo in chiesa
prima... molto prima dell'inizio della messa, x stare in pace.
In pace, in silenzio e con quell'atmosfera: luce un pò
soffocata e che irraggia solo l'altare e il crocifisso soprastante
o le immagini della Madonna che tiene in braccio Gesù.
E' lì, che ti senti piena d'amore e felicità, senza
rancore
senza preoccupazioni.
Stando in chiesa a pregare e a riflettere e sperando in una voce,
la SUA, quella di DIO
anche solo in una sua parola
in un suo consiglio, in qualcosa che mi avvicini a lui, e che
mi infonda ancora amore e buoni sentimenti. Oggi è una
giornata particolare e quello che ho scritto è solamente,
il frutto dei miei puri sentimenti e dei miei pensieri.
Non so se sia giusto o sbagliato.
Caro diario ti saluto, a presto!!!
ILENIA VETRI
Il desiderio di vedere Dio, sentire una risposta alle nostre
domande, preghiere, risulta nel testo della canzone "HAI
UN MOMENTO DIO" di Ligabue il tema principale, e sembra essere
necessario.
Quando si è piccoli , per ogni cosa c'è bisogno
di una spiegazione , di qualcosa di concreto. Quando un bambino
viene sgridato ha bisogno di sapere il perché, il perché
quella cosa non si può fare; altrimenti la sgridata serve
solo a fare uscire delle lacrime, e nella sua testa continuerà
a risuonare la parola "perché".
E' anche per questo che in un bimbo si può scatenare il
desiderio di voler vedere Dio, e avere risposte da lui. Può
nascere la domanda -"perché devo credere in una persona
che non posso vedere né sentire?"-
Basta spiegargli cose che quando sarà più grande
capirà di più:- non bisogna vedere Dio per credere
in lui, se la tua fede è tanto forte non ce n'è
bisogno, e poi lui è sempre lì, in cielo, che ci
sorveglia e vede tutto.
Quanto alla risposta che si vorrebbe sentire da lui, quella risposta
prima o poi arriverà; certo, non si manifesterà
con la parola, ma arriverà. Basta mettersi in silenzio,
"guardare" dentro di noi, sentiremo Dio vicino e sapremo
la risposta alle nostre domande.-
Claudia Zeola
Hai un momento Ligabue
Nella canzone, Ligabue esprime i suoi sentimenti, il suo credo,
i suoi problemi. Li butta lì, come se stesse parlando ad
un amico, in un dialogo ad un bar.
Difatti è così che immagina un colloquio con Dio;
seduto su un freddo sgabello, coi gomiti posati sul bancone, con
le mani aggrappate ad un bicchiere di Bud.
Una cosa che ho notato è che inizialmente Ligabue parla
dando del "LEI" a Dio, mentre subito dopo e per tutto
il resto della canzone dà del "TU". Un modo forse
per creare un atmosfera meno alta, più terra-terra, proprio
come se stesse parlando ad un amico.
Ma nelle domande, nell'atteggiarsi, nell'affermare c'è
dell'arroganza. Sembra pensare di aver ragione, crede di essere
una vittima, pensa che occorra pagare per ottenere una risposta,
crede che Dio non risponda, pensa che occorra mettersi in fila
Beh, io credo che Dio esista, io credo che Dio risponda, io credo
che le risposte siano implicitamente inserite nella vita di ognuno,
io credo che Dio accontenta tutti. E poi non penso che nella vita
sia così importante il "perché". Penso
sia più importante il "come", come si vive, come
si prega, come si crede, senza porsi stupide domande chiedendosi
l'utilità e la validità di una religione.
Chiunque avrà magari fatto domande in preghiera al Signore,
chiunque magari avrà atteso in cerca di una risposta, di
un segno, ma ciò che Dio ci dice lo si vede guardandosi
intorno, osservando, ascoltando e stando vicino alle persone a
cui vogliamo bene. Nel testo della canzone, una cosa che non mi
ha fatto piacere è che il cantante si mette sullo stesso
piano di Dio, con l'egoistica ricerca di una risposta che già
conosciamo, ma che non vediamo, a causa della nostra ottusa e
fatalistica realtà.
Martino Ziosi
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