Leggi "Immagina
un Paradiso"
IMAGINE THE WORLD
di Mauro Breveglieri
Ciao!!
Prima di tutto volevo augurare a te e a tutti
quelli che leggeranno quanto scrivo una Buona
Pasqua, anche se oggi siamo verso la fine
di Maggio, perché bisogna che ogni
giorno sia Pasqua, non solo un giorno all’anno,
o un giorno alla settimana, ogni giorno deve
essere vissuto come rinascita a qualcosa di
nuovo e solo sentendoci continuamente per
la prima volta in questo mondo possiamo avere
lo stimolo di andare avanti, di continuare
a ricercare, a studiare, a imparare qualcosa
di nuovo. Non dobbiamo mai sentirci appagati,
essere coscienti che in fondo, come disse
Socrate, se c’è qualcosa di cui
possiamo essere certi è di non sapere
nulla, ogni volta che impariamo qualcosa di
nuovo scopriamo di avere sfondato un muro
che ci chiudeva il cammino verso nuovi corridoi
che portano ad altri innumerevoli muri da
sfondare, per poter creare uno spazio sempre
maggiore che ci dia aria nuova e fresca da
respirare, evitando di morire di stenti rinchiusi
tra le quattro mura iniziali, che altro non
sono che l’ignavia portata dall’appagamento,
o dalle distrazioni del mondo, se viene visto
solamente nella sua contingenza e non nel
continuo movimento di crescita che, come essenza
stessa della sua natura, ci porta a seguire.
-Imagine-
Prof Zambelli, per la prima volta provo a
rispondere ad uno dei tuoi milioni di “editoriali”
per provare a difendere (o a criticare anche
io) la canzone-preghiera che da sempre tengo
come punto di riferimento ideale, come può
esserlo il Padre Nostro per tutti i cristiani,
entrambi continuo ricordo dei valori più
puri e delle aspirazioni più umane
che tutti quanti dovremmo avere.
-John Lennon, figlio del suo tempo-
Non so se sapevi, quando hai avuto quel tuo
flusso di coscienza, ciò che pensava
John Lennon del rock, che in fondo per lui
era la vita: essa non è altro che l’esserci
adesso, essere qui in questo “luogo”
in questo preciso istante, ovvero BE HERE
NOW.
Ciò dovrebbe essere un’ulteriore
conferma della tua visione di un Lennon ateo
e radicato nella contingenza della vita, ma
penso che questo sia dovuto più all’ambiente,
la tanto criticata società del 1900
e del capitalismo, e dall’epoca storica
in cui ha vissuto, dopo due guerre mondiali
e un lungo periodo di continua guerra non
dichiarata, la “guerra fredda”,
che hanno cancellato dalle menti di tutti
quanti che l’essere umano ha una valenza
superiore a quella di un numero, non è
solo protagonista di dati e statistiche di
consumi e abitudini, che la sua essenza non
è quella di essere il mezzo per fare
salire grafici deficitarii, ma c’è
qualcosa di più.
-L’apertura a tutte le realtà-
Ma
non credo assolutamente che si possa definirlo
un uomo ateo, anzi tutt’altro, un uomo
alla continua ricerca di risposte che non
poteva ritrovare semplicemente in una religione
scritta e definita, ma che necessitavano una
conoscenza di tutte le filosofie e religioni,
che andava poi rielaborata in ciò che
lui in fondo era, un uomo che era vittima
e forse complice di ciò che denunciava,
una società dove non si crede più
a niente e dove l’individualismo è
il pericolo maggiore, il chiudersi in sé
stessi e non cercare di conoscere quanto l’altro
ha da dirci, per paura di sfondare un muro
che ci apra spazi talmente vasti da sentirci
persi invece che farci capire che siamo tutti
su un’unica barca, ed è inutile
riparare solamente il muro che ci divide dagli
altri per difendere solo noi, fregandoci se
magari gli altri urlano chiedendo aiuto perché
un buco sta facendo entrare nel loro angolino
dell’acqua e non riescono a gestire
la situazione… Se anche loro saranno
i primi ad annegare, la barca andrà
prima o poi completamente a fondo, e anche
noi li seguiremo.
-Lennon contro gli “sfruttatori della
spiritualità”-
Se Lennon dice di non credere che poi ci
sarà un Paradiso o un Inferno non significa
che egli voglia la scomparsa di ogni tipo
di spiritualità, ma semplicemente non
accetta, come un secolo prima già il
filosofo tedesco Feuerbach, che dalla creazione
di un proprio ideale, religioso o politico
che sia, si arrivi ad essere sottomessi a
ciò che siamo stati noi a sviluppare,
poiché rischiamo di essere manovrati
a piacimento da chi utilizza questi nostri
alti valori per i propri fini, che sono sempre
ristretti al piccolo, alle cose materiali
e non aspirano certo a ciò che noi
inizialmente credevamo.
Ovviamente in una strofa di una canzone non
poteva essere più esplicito, ma credo
che anche
oggi se qualcuno gli avesse criticato di inneggiare
all’ateismo lui avrebbe riportato le
stesse identiche parole, perché vediamo
anche oggi come ci sia gente che utilizza
una filosofia dello spirito (penso sia meglio
chiamarle così piuttosto che religioni,
perché sono in fondo una deviazione
rispetto al pensiero originale dei cosiddetti
“profeti”) come può essere
quella insegnata da Maometto per indirizzare
persone disperate ad uccidere altre persone
(non meno disperate), o si vedono dall’altra
parte, in nome della difesa di una propria
cultura , che comprende anche una propria
religione (e non filosofia dello spirito,
attenzione), persone che mandano a sterminare
esseri umani con la noncuranza e il menefreghismo
che può essere dato solo dalla non
considerazione di un essere vivente in quanto
tale ma solo, come detto prima, come numero
e base per tabelle statistiche: le cosiddette
“perdite civili” al posto delle
più umanizzate “morti di persone”,
come se queste non fossero decedute ma solamente
perse, non rientrate a casa per un strano
motivo, o i cosiddetti “effetti collaterali”
invece che “omicidio/sterminio di persone
estranee alla guerra”, come se nell’ingerire
la benefica medicina della guerra a fini umanitari(?!)
siano cresciuti in faccia dei brufoli incancellabili,
questi “fastidiosi” morti, che
rendono meno piacevole un’azione che
come fine aveva quello di farci stare meglio.
-John Lennon & Gesù di Nazareth-
Credo
inoltre che questo testo non possa essere
giudicato negativo e ancora meno definirlo
ateo,
perché vedo in esso, scusami l’eresia,
il Padre Nostro della nostra epoca.
Vedo nella Gerusalemme del primo secolo dopo
Cristo un uomo che attorniato da una folla
immensa che aspetta solamente di sentire un
suo parere su tutto, perché considerato
il saggio rivoluzionario che potrà
dare un senso a tutti quanti e a tutte le
loro domande sulla vita, iniziare un discorso
dicendo di dimenticare ciò che Mosè
aveva loro insegnato, perché non veniva
più considerato nel senso originario
del messaggio, e di ricordarsi semplicemente
di amare il prossimo come si ama sé
stessi. Un uomo che non santificava il sabato,
andandosene a zonzo per i campi di grano assieme
ai propri amici, un uomo che entrava in chiesa
e ribaltava i soldi e tutti quegli oggetti
che venivano venduti (addirittura!!) all’interno
del tempio. E se lui non può essere
considerato miscredente o ateo, perché
tutto mi sembra tranne che una persona tale,
non credo possa esserlo Lennon se invita a
dimenticare il Paradiso e l’Inferno
e le religioni, considerati nell’eccezione
negativa che nei secoli hanno acquistato.
*above
us only sky |
*Padre
nostro, che sei nei cieli |
*living for today
|
*Dacci oggi il nostro
pane quotidiano |
In fondo, anche Lennon in “Imagine”
mostra un senso di spiritualità, questa
esigenza innata di trovare risposte e lo fa
vedere, alzando la testa al cielo per cercare
qualcosa che al momento non trova e lo obbliga
a ritornare alle questioni quotidiane, ma
lasciando intendere che tornerà sicuramente
a guardare in alto per vedere se c’è
davvero solo Cielo. Nel Padre Nostro entrambe
queste esigenze sono riportate nella richiesta
del pane quotidiano, che rappresenta il bisogno
giornaliero di risposte a qualcosa che ci
appare più grande di noi, ma anche
più semplicemente il
riuscire a soddisfare il bisogno primario
del cibo, e per poterlo fare dobbiamo per
forza vivere il presente.
*the world
will be as one
*the world will live as one |
*Venga
il tuo regno |
E
quando Gesù auspicava la venuta del
regno di Dio, non credeva forse ad un mondo
dove non ci fossero più divisioni e
guerre, dove le rivalità non esistessero
più e dove tutti fossimo coscienti
di essere parte di un mondo unico e dove tutti
vivano come se le vite di tutti non siano
altro che un’unica vita che le racchiude?
Ma chi ha il coraggio di dire che Gesù
fosse un sognatore? Probabilmente tutti, ma
siamo certi che in fondo non è l’unico
ad esserlo… Se poi la realtà
di tutti i giorni sembra distruggere tutti
i sogni, quelli di fratellanza come quelli
di una più moderna solidarietà
sociale tra gli uomini, non dobbiamo dare
la colpa né a un Dio né alla
mancanza di questo Dio. Il problema siamo
noi, che in fondo non riusciamo a concepire
una realtà più vasta di quella
che ci appare ai nostri sensi, non sentiamo
la barca che sta inclinandosi per la troppa
acqua ormai accumulata nella stiva e continuiamo
ad andare avanti, perché la nostra
stanza è ancora pulita e ben ordinata,
e ci appare assolutamente inutile e controproducente
andare a sporcarci nella sudicia stiva a fare
un lavoro al quale devono pensare i marinai
o chi ci è in mezzo, non certo noi.
*no need
for greed or hunger |
*E non
ci indurre in tentazione |
Ma cos’è che ci ferma, qual
è l’ostacolo che non ci permette
di vedere oltre la nostra realtà? Certamente
le tentazioni di questa vita, tutte quelle
cose che brillano e luccicano e più
ne abbiamo più sembra che gli altri
ci stimino. Ma ci stimano o ci odiano? Probabilmente
il mostrare di avere qualcosa di nostro, che
gli altri non hanno, fa nascere in loro un’invidia
tale che può portarli ad un sentimento
di rabbia grandissimo, danneggiando sia loro
che noi, perché la loro avidità
li porterà a non vedere altro e soffriranno
per qualcosa che in fondo è destinato
a rimanere ad altri quando tutto finirà,
mentre noi saremo sempre più costretti
a isolarci per timore di essere colpiti o
uccisi, e questa solitudine creerà
un altro tipo di sofferenza equiparabile alla
loro. Tutto questo non è poi altro
che il rapporto attuale tra il ricco Occidente,
chiuso sempre più a difesa di sé
stesso e delle proprie ricchezze, e il terzo
mondo che aspira agli stessi possedimenti
rimuginando dentro sé una rabbia che
ogni giorno cresce negli attentati suicidi
ormai diventati tristemente abitudinari.
*no possessions
|
*Ma liberaci
dal male |
Per vivere una vita in pace non possiamo
allora sperare in nient’altro se non
nella perdita dell’importanza dei beni
materiali, che è diventata maggiore
di quella della vita stessa, per cui è
lecito uccidere chi tenta di appropriarsi
dei nostri beni, la vita di un essere vivente
può diventare inutile se questo si
introduce nella nostra abitazione o nel nostro
negozio, ed è giusto che rimanga a
marcire tutta la vita in una camera di due
metri quadrati se ha provato a rubare, e deve
rimanerci anche se si pente, perché
la sua vita non ha importanza alcuna e deve
essere l’esempio da portare a chi può
avere simili intenzioni.
*a brotherhood
of man |
*Rimetti
a noi i nostri debiti
come noi li rimettiamo
ai nostri debitori |
*all the people sharing
all the world |
*I hope
someday you’ll join us |
Forse
non possiamo dire che Gesù fosse un
no-global, un comunista, o un John Lennon
dell’epoca, ma anche lui sognava comunità
di persone che assieme si mantenessero e si
sostenessero a vicenda nelle avversità,
e secondo lui se qualcuno aveva fatto uno
sbaglio, era giusto perdonargli tale colpa,
farlo uscire dalla prigione e cancellargli
i debiti, monetari o umani, che egli aveva
accumulato nei confronti di altri, non perché
Gesù fosse un uomo buono e gentile,
ma perché aveva capito come il male
di uno fosse il male di tutti, se uno cade
non si deve camminargli sopra per raggiungere
per primi un obiettivo, ma bisogna rialzarlo
e percorrere la strada assieme perché
se esiste, la meta è inarrivabile per
chi tentasse di raggiungerla da solo, c’è
bisogno di mettere in comune le proprie conoscenze
per superare gli ostacoli, discutere sulle
opinioni, magari anche esattamente opposte,
e trarne soluzioni che derivino dall’ascolto
di tutte le parti in causa, perché
nessuno può essere convinto di sapere
quale sia la strada giusta.
You
may say I’m a dreamer…
But
I’m not the only one!!
Non dobbiamo pensare che se questi sognatori
sono tali da così tanti millenni vuol
dire che in concreto non si arriverà
mai a niente ed è stupido fermarsi
a fare questi sogni, ma dobbiamo semplicemente,
anzi no, con grande difficoltà e con
grandi sforzi, accorgerci che in fondo la
maggioranza degli esseri umani è sognatrice,
non c’è alla fine quest’immensa
differenza tra ciò che aspira Gesù
da quel che desidera Lennon, né Marx
ha idee di bene per tutti diverse da quelle
che vorrebbe il capitalista George W. Bush,
e solo unendo i propri sforzi e le proprie
convinzioni con tutti, riuscendo a liberarsi
dalle catene di una staticità mentale
che non porta a nulla si potranno realizzare
tutti i nostri diversi sogni, che in fondo
è un sogno unico, globale.
Spero che queste mie righe possano aiutarti
a capire un po’ di più della
realtà che ci circonda tanto quanto
la lettura dei tuoi editoriali e le lezioni
tenute in classe hanno aiutato me in questi
ultimi due anni di Liceo.
We may say we are all dreamers, at the end.
Buona Pasqua
MAURO
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