Il retore scettico
Luciano, nato a Samosata intorno al 120 e morto
dopo il 180, attivo nelletą degli Antonini, ci
ha lasciato unopera intitolata La morte di
Peregrino, nella quale lautore, un decennio
dopo lo svolgimento dei fatti, narra del teatrale
suicidio del fanatico Peregrino Proteo, sul rogo
che si era eretto a Olimpia nel 165 o 167.
Questa singolare figura di filosofo,
che per Luciano č certo un ciarlatano, era stato
per un certo periodo cristiano, per poi passare
alla filosofia cinica. Per mostrare il suo disprezzo
per la morte, che Luciano invece definisce amor
di gloria, egli si gettņ tra le fiamme del rogo.
Durante il periodo di adesione al
cristianesimo, nel quale era stato anche in carcere,
veniva visitato continuamente dai suoi fratelli
cristiani, che da ogni dove si affrettavano a
venire per consolarlo, assisterlo, aiutarlo; secondo
Luciano essi erano degli sciocchi, ingannati da
quellimpostore:
Allora Proteo venne a conoscenza
della portentosa dottrina dei cristiani, frequentando
in Palestina i loro sacerdoti e scribi. E che
dunque? In un batter docchio li fece apparire
tutti bambini, poiché egli tutto da solo era
profeta, maestro del culto e guida delle loro
adunanze, interpretava e spiegava i loro libri,
e ne compose egli stesso molti, ed essi lo veneravano
come un dio, se ne servivano come legislatore
e lo avevano elevato a loro protettore a somiglianza
di colui che essi venerano tuttora, luomo che
fu crocifisso in Palestina per aver dato vita
a questa nuova religione.
[
] Si sono persuasi infatti
quei poveretti di essere affatto immortali e
di vivere per leternitą, per cui disprezzano
la morte e i pił si consegnano di buon grado.
Inoltre il primo legislatore li ha convinti
di essere tutti fratelli gli uni degli altri,
dopoché abbandonarono gli dei greci, avendo
trasgredito tutto in una volta, ed adorano quel
medesimo sofista che era stato crocifisso e
vivono secondo le sue leggi. Disprezzano dunque
ogni bene indiscriminatamente e lo considerano
comune, seguendo tali usanze senza alcuna precisa
prova. Se dunque viene presso di loro qualche
uomo ciarlatano e imbroglione, capace di sfruttare
le circostanze, puņ subito diventare assai ricco,
facendosi beffe di quegli uomini sciocchi (De
morte Per. XI-XIII).
Interessante il riferimento al Cristo,
che viene considerato un sofista, ed il primo
legislatore dei Cristiani, le cui leggi sono
da essi seguite; lunica notizia storica su Gesł
č il ricordo della sua crocifissione.
NOTE
AL TESTO
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