Introduzione
Giuseppe Flavio
Cornelio Tacito
Plinio il giovane
Svetonio
Adriano imperatore
Trifone giudeo
Marco Aurelio
Epitteto
Galeno
Frontone
Luciano di Samosata
Celso

 

Andrea Nicolotti

ADRIANO IMPERATORE

  Adriano

L'imperatore Publio Adriano in un ritratto ufficiale.
(Roma, Museo Nazionale Romano)

Publio Adriano, successore di Traiano, imperatore dal 117 al 138, ricevette una lettera da Quinto licinio Silvano Graniano, proconsole d’Asia nel 120 circa, nella quale si richiedevano istruzioni riguardo al comportamento da tenersi con i Cristiani, spesso oggetto di delazioni anonime e accuse ingiustificate. Egli rispose con un rescritto, che ci č pervenuto nella Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, indirizzato al successore di Graniano, Caio Minucio Fundano, in carica nel 122-123.

In esso si legge:

“Se pertanto i provinciali sono in grado di sostenere chiaramente questa petizione contro i Cristiani, in modo che possano anche replicare in tribunale, ricorrano solo a questa procedura, e non ad opinioni o clamori. E’ infatti assai pił opportuno che tu istituisca un processo, se qualcuno vuole formalizzare un’accusa. Allora, se qualcuno li accusa e dimostra che essi stanno agendo contro le leggi, decidi secondo la gravitą del reato; ma, per Ercole, se qualcuno sporge denuncia per calunnia, stabiliscine la gravitą e abbi cura di punirlo” (Hist. Eccl. IV, 9, 2-3)1.

Gli apologisti, a partire da Giustino, che riporta il testo di questo rescritto in appendice alla sua prima Apologia, hanno interpretato favorevolmente questa disposizione, vedendo nella richiesta di Adriano il primo tentativo di distinguere tra l’accusa di nomen christianus e i suoi presunti flagitia; il semplice nome cristiano non doveva essere perseguito, e gli eventuali reati dovevano essere prima dimostrati tramite regolare processo, come per qualsiasi cittadino. In tal guisa interpretano anche molti studiosi moderni; tuttavia, ancora sotto Antonino Pio i Cristiani erano oggetto di persecuzione solamente in quanto tali. Nonostante la contraddittorietą dei provvedimenti, ci si avvia lentamente ad un progressivo riconoscimento della nuova fede.


NOTE AL TESTO

1 E„ oān safīj e„j taŚthn t¾n ¢x…wsin oƒ ™parciītai dŚnantai diiscur…zesqai kat¦ tīn Cristianīn, ęj kaˆ prÕ b»matoj ¢pokr…nasqai, ™pˆ toąto mŅnon trapīsin, ¢ll' oŁk ¢xičsesin oŁd mŅnaij boa‹j. Pollł g¦r m©llon prosĮken, e‡ tij kathgore‹n boŚloito, toątŅ se diaginčskein. E‡ tij oān kathgore‹ kaˆ de…knus…n ti par¦ toŻj nŅmouj pr£ttontaj, oŪtwj Órize kat¦ t¾n dŚnamin toą ”mart»matoj· ęj m¦ tÕn `Hraklša e‡ tij sukofant…aj c£rin toąto prote…noi, dial£mbane Ųpr tĮj deinŅthtoj kaˆ frŅntize Ópwj Øn ™kdik»seiaj. Ed. G. Bardy, Paris, 1952.